venerdì 5 febbraio 2010

Fini e gli USA come modello di integrazione

A volte mi chiedo se i politici pensano davvero che gli italiani siano tutti scemi. L'ultima notizia che ha rinnovato questa mia domanda è il viaggio di Fini negli USA, con conseguenti dichiarazioni a favore del modello di integrazione statunitense.

Secondo Fini, o per meglio dire, secondo le sue dichiarazioni di ieri, il modello USA di gestione dell'immigrazione e dell'integrazione dovrebbe essere un modello per l'Italia.

Leggendo queste dichiarazioni un lettore può immaginarsi quanto rendano facile l'immigrazione gli USA, quanto sia semplice ottenere un permesso di residenza, quanto sia facile ottenere un visto lavorativo per gli Stati Uniti.
Tutte cose che Fini vorrebbe rendere più semplici in Italia, con la riduzione del tempo di concessione della cittadinanza e il voto amministrativo concesso agli immigrati. Questo almeno da sue recenti dichiarazioni e scontri con il governo, che invece va nella direzione della concessione della cittadinanza "a punti", in base a un dimostrato interesse dell'immigrato all'integrazione .
Come avvertenza parlo del governo in antitesi a Fini perché è così che lui si pone, anche se è evidente che è un co-fondatore del PDL (e ce ne sono due soltanto di co-fondatori), e può presentarsi come tutto, tranne che come estraneo al governo.

Bene il problema che sorge ora è fare presente a Fini che il modello USA è molto molto rigido per quanto riguarda Visti di lavoro, che vengono considerati come Visti non-immigrant. La qualifica di non-immigrant sottointende che il lavoratore immigrato, una volta scaduto il permesso di lavoro (se lo ottiene), deve lasciare gli USA.
Inoltre, per ottere il Visto di lavoro USA, il datore di lavoro del richiedente deve rilasciare una dichiarazione in cui afferma che DEVE assumere uno straniero, perché di americani con i requisiti minimi per quel lavoro, non ce ne sono.
Ma c'è di più. Anche nel caso in cui questi requisiti ci siano, non è detto che il governo rilasci il Visto. Infatti annualmente gli USA prevedono un certo numero di permessi di lavoro che possono essere rilasciati. Se il lavoratore ha tutti i requisiti ma sono già stati rilasciati tutti i permessi di lavoro previsti, a lui verrà negato il Visto di lavoro.

Quanto sopra vale per i permessi non-immigrant, quindi permessi di residenza NON-permanenti, a tempo.
Per quanto riguarda il permesso di residenza permanente, la carta verde, questa è ancora più difficile da ottenere. Se si è sposo di un americano, in seguito alle nozze si può ottenere un permesso di residenza "condizionato" per due anni. Dopo il quale si può fare domanda per il permesso di residenza permanente. Sempre posto che non si sia stati dichiarati colpevoli di alcun reato.
In altri casi, che non siano in seguito a matrimonio con cittadini americani, la trafila è lunghissima, normalmente richiede un datore di lavoro come sponsor, che al solito deve dichiarare che non può assumere americani. Ovviamente la domanda non è detto che venga accettata. Se viene accettata è solo in seguito alla dimostrazione da parte del richiedente, fra le altre cose, di non aver commesso reati e di essere entrato legalmente negli USA.

Per ottenere la cittadinanza americana i tempi si fanno ancora più lunghi. Alcuni requisiti sono: essere entrati LEGALMENTE negli USA, avere dimostrato buona moralità, non aver commesso reati, mostrare attaccamento alla costituzione americana, dimostrare conoscenza delle basi del sistema civico e della storia americana, giurare fedeltà agli Stati Uniti, aver posseduto per ALMENO 5 ANNI il permesso di residenza permanente.

Dunque, come si può capire chiaramente, gli standard italiani di accoglienza degli stranieri sono ben più larghi di quelli americani. Negli USA si tratta di svariati anni necessari SOLO per ottenere un permesso di residenza permanente. Permanente ma REVOCABILE in caso che l'immigrato commetta reati. In tal caso, si profila l'espulsione immediata.

A questo punto mi chiedo cosa voglia dire Fini e cosa voglia Fini esattamente.

Se la coerenza fosse un dono comune, il Presidente della Camera dovrebbe chiedere l'aumento dei requisiti per il rilascio del permesso di soggiorno e non addirittura, come ha fatto, la richiesta di diminuzione dei tempi di concessione della cittadinanza.

Ora sarà interessante capire come si porrà Fini nei confronti del previsto D.L. del governo sulla cittadinanza "a punti", che incorpora molti principi propri del processo di rilascio Visti e di concessione della cittadinanza attuato negli Stati Uniti.

Posto i link con gli approfondimenti:

Dichiarazioni di Fini:
http://www.affaritaliani.it/politica/fini_pelosi_usa_modello_integrazione_immigrati040210.html

Regole di rilascio dei Visti USA:
http://en.wikipedia.org/wiki/Permanent_residence_(United_States)

Requisiti necessari per la domanda di cittadinanza statunitense:
http://www.uscis.gov/portal/site/uscis/menuitem.5af9bb95919f35e66f614176543f6d1a/?vgnextoid=ce2b2cd1f7e9e010VgnVCM1000000ecd190aRCRD&vgnextchannel=96719c7755cb9010VgnVCM10000045f3d6a1RCRD

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