lunedì 19 luglio 2010

Sinistra, magistrati e Falcone: memoria corta o selettiva?

Alle manifestazioni attuali in memoria di Falcone non vogliono il presidente del Senato Schifani. I ministri del governo di destra temono di andarci per contestazioni.

Su quasi tutti i giornali di area democratica o comunista i magistrati ricordano Falcone, quanto era amato e benvoluto dalla sinistra e da loro stessi. Così anche su La Repubblica, è un viavai di politici, sempre di sinistra, che idolatrano Falcone e Borsellino e ci dicono "dobbiamo ricordare!". Tra parentesi, ricordare che la destra è mafiosa e noi si che siamo i difensori della verità, dei magistrati come Falcone, che la destra attacca.

Ora a leggere queste cose davvero non resisto e ho fatto una brevissima ricerca su internet, mirata al 1991, poco tempo prima della morte di Falcone. Guarda caso ho trovato questa pagina:

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/1991/10/27/una-cosa-mostruosa-magistrati-fanno-muro.html

Al tempo la lotta era per la cosidetta superprocura della DNA, Direzione Nazionale Antimafia. Creatura di Giovanni Falcone e fortemente voluta da Martelli, ministro della Giustizia dell'epoca, come risposta e attacco alla mafia.
Una persona, che vive e legge Il Fatto Quotidiano, Repubblica e l'Espresso di questi tempi penserà "Ah, ecco che vediamo come i corrotti della prima repubblica, diretti progenitori di questa destra corrotta e mafiosa, attaccano quel sant'uomo di Falcone".

Invece no. Falcone era davvero un grande magistrato ma chi lo attaccava erano i partiti della sinistra tutta, Leoluca Orlando (uno dei peggiori accusatori) e i suoi colleghi magistrati. Nell'articolo (ma ve ne sono altri, è sufficiente fare un ricerca in qualsiasi archivio di giornale, anche sul Corriere della Sera)Falcone e Martelli vengono addirittura accusati di Colpo di Stato da un collega magistrato di Firenze. Ecco qualche breve passo:

..."A Firenze, un giudice lo ha definito "poco meno di un colpo di Stato"...

..."Quanto a "Magistratura democratica", il suo segretario, Nello Rossi, dice che "solo la situazione di degrado istituzionale in cui versa il Paese può dar ragione ad un progetto così eversivo e inadeguato". Altri magistrati si succedono al microfono. Parlano di "mostro dalle tre facce", "provvedimento contrario ai principi costituzionali", "struttura che ricorda quelle del fascismo"."...

Questo per quanto riguarda i magistrati.
Ora passiamo a Leoluca Orlando e i diretti predecessori del PD (allora PDS) con questo stralcio dall'articolo: "Dal mondo politico la voci più dure vengono da Cesare Salvi del Pds e da Leoluca Orlando. Il leader della "Rete" ha detto: "Questo governo è disponibile a colpire anche i politici amici, che però sono anche amici dei mafiosi?"

La verità è che Falcone fu osteggiato ed oggetto di una grave campagna di diffamazione, negli ultimi mesi della sua vita, proprio da parte di sinistra e magistrati. Era un magistrato considerato di destra, all'epoca, e proprio per questo era oggetto di delegittimazione e insulti da parte di chi oggi vuole fare credere alle nuove generazioni e a chi non ricorda di averlo sempre difeso e di essere, anzi, difensore della democrazia e della lotta alla mafia.

La sinistra di oggi, con i suoi Bersani, D'Alema, Veltroni, Fassino, Vendola è la sinistra di ieri. I maggiori politici di sinistra di oggi hanno fatto parte del PC e dei DS. Sia che si parli di PD o Rifondazione o Sinistra e Libertà, se andiamo a vedere il curriculum politico dei maggiori leader di oggi, vediamo che hanno fatto parte della gioventù comunista del PC, del PC stesso e del PDS e DS poi.

Queste persone, come si può vedere facendo una ricerca in ogni archivio di giornali dell'epoca, accusarono Falcone di nefandezze, e ora si ergono a suoi difensori post-mortem, dopo essere stati accusatori in vita. Io direi una sola cosa: Vergogna.

Leggiamo l'articolo di Repubblica, del 1991 e rivediamo le stesse tesi ora portate dallo stesso giornale contro ogni provvedimento e uomo non allienato alla sinistra.
Amico dei mafiosi, colpo di Stato, incostituzionale.

Fa impressione che abbiano detto queste cose e ora siano saliti sul carro del vincitore postumo. Come sempre, rovesciando la realtà hanno creato un'altra realtà parallela dove loro sono i protettori della giustizia e gli oppositori come sempre sono mafiosi, fascisti e delinquenti, anche se questi si chiamano Giovanni Falcone. Vergogna.

venerdì 19 marzo 2010

Un Paese di folli - Minzolini e i giudici

Leggere le carte delle intercettazioni del telefono di Minzolini, per le quali egli stesso è indagato, fa rabbrividire.

Il direttore del TG1, al telefono con Bonaiuti che lo chiama per sapere della trasferta, si lamenta dell'assurdità dell'inchiesta e del fatto che gli han fatto perdere un giorno di lavoro per una inchiesta sulle carte American Express di cui lui non sa nulla. Non solo, Minzolini viene chiamato a Trani con l'accusa di non aver mandato in onda un servizio sugli interessi praticati dall'American Express. Gli inquirenti lo accusano di non aver mandato in onda il servizio su invito di altre persone. Come questo prefiguri un reato non si sa, in ogni caso però Minzolini si sfoga al telefono dicendo che il suo telegiornale è stato l'unico ad aver mandato in onda il servizio.

Però il suo telefono è stato l'unico messo sotto controllo. I direttori degli altri telegiornali, che non avevano dato la notizia, non hanno avuto il telefono sotto controllo.

A me pare molto strano, anche senza fare dietrologia.

Metti sotto controllo il telefono del direttore di un telegiornale con l'accusa che non abbia dato una notizia, quando invece l'ha data e bastava controllare i servizi del Tg. E non metti sotto controllo i direttori dei telegiornali che davvero non hanno dato la tale notizia. Non ci vuole un genio per capire che c'è qualcosa di strano.

Grazie a queste intercettazioni però si è potuto scoprire che Berlusconi e Minzolini si sentono per telefono. Cosa normalissima tra l'altro, tra giornalisti e politici.

Grazie a questa notizia dunque si è potuto fare campagna contro Minzolini, reo di non essere imparziale. Come imparziale è invece Santoro, grande parte lesa dell'inchiesta, ex-deputato europeo di sinistra che sicuramente non ha mai telefonato a un politico di sinistra e che confeziona equilibratissime trasmissioni.

Qui il testo delle intercettazioni:

http://www.ilgiornale.it/interni/e_berlusconi_telefono_difendeva_marrazzo/berlusconi-minzolini-innocenzi-spioni-cosentino-trani/19-03-2010/articolo-id=430850-page=0-comments=1

mercoledì 17 marzo 2010

Trani, gli ispettori, Alfano e la sinistra

Cosa dire della situazione creatasi in seguito all'indagine di Trani?

Per prima cosa dovrebbe esserci una riflessione sull'ormai svanito bilanciamento fra i poteri dello Stato.

Nella Costituzione tanto amata a sinistra, quella Costituzione che non si può toccare e cambiare mai, era stato inserito dai costituenti proprio l'immunità parlamentare. Questa proteggeva tutti parlamentari dalle indagini giudiziaria.

Gli elettori di sinistra dovrebbero chiedersi perché era stata introdotta e perché ora chi la propone viene additato a protettore dei ladri.

L'immunità parlamentare era stata introdotta per dare forza e sostegno alla separazione e indipendenza dei poteri. Un potere senza controllo, in grado di influire sugli altri, tende inevitabilmente a farlo. La magistratura è indipendente per Costituzione, e questo è doveroso, ma l'immunità parlamentare era stata introdotta insieme a questa indipendenza, proprio per far si che non ci fossero tentazioni di invadere i campi altrui. In questo caso, quello legislativo.

Quando l'immunità è stata tolta, ai tempi di tangetopoli, quindi un bel 50 anni dopo il varo della Costituzione, si è commesso un grave errore. Eìvero che lo si è fatto per desiderio di giustizia ma la cura è stata peggiore della malattia.

Ora siamo nelle condizione di essere uno Stato democratico sotto tutela giudiziaria. Di giudici non eletti dal popolo ma che progrediscono nella loro carriere in maniera automatica e sono divisi per legge in correnti politiche. Vale a dire che sono i partiti ad eleggerli a certe cariche dell'ordinamento giudiziario. Ad esempio, il Capo dello Stato elegge alcuni giudici della Consulta, e li sceglie con razio politica, scegliendo fra i giudici che danno un orientamento specifico alla loro interpretazione delle leggi.

Come dobbiamo interpretare ora, il rifiuto dei magistrati di Trani di fare leggere gli atti agli ispettori del Ministero della Giustizia, che legittimamente, secondo l'Articolo 107 della Costituzione possono essere inviati dal Guardasigilli?

Come possiamo interpretare la pratica aperta dal CSM di aprire una indagine su questi ispettori? Come intimidazione, secondo opinione del Ministro Alfano?

Io credo proprio di si. Solo in questo Paese la magistratura vuole essere al di sopra delle leggi ed una parte politica sostiene questo atteggiamento pericoloso.

Perché a sinistra ancora non se ne rendono conto, ma quando le libertà democratiche saltano, saltano per tutti. E dopo il centro destra toccherà a loro.

martedì 16 marzo 2010

Berlusconi, Trani e la giustizia

Vorrei sapere se davvero esiste qualcuno che non crede all'uso politico della giustizia contro Berlusconi.

Purtroppo so già la risposta...esiste.
Contro ogni evidenza esiste chi crede alla casualità di un numero enorme di inchieste avviate puntualmente nell'ultimo mese di campagna elettorale. Sempre con contenuti risibili, come quest'ultima.

Chi fa o ha fatto il giornalista, sa che tutti i politici parlano con i giornalisti. Oggetto della discussione è sempre la linea di un servizio, che il politico cerca di addolcire.
Niente di peccaminoso in questo.
Invece Minzolini è stato crocifisso per questo, e perchè non è imparziale. Di Pietro e Bersani ne chiedono a gran vice la rimozione. Si suppone allora che chiedessero la stessa cosa per Santoro, non solo schierato apertamente, ma anche precedente deputato europeo tra le file della sinistra. Invece quello che accade è che Berlusconi viene indagato per aver detto al telefono quello che Di Pietro e company chiedono dal palco dei comizi e probabilmente anche al telefono. Solo che di quest'ultima cosa non saremo mai sicuri, perchè di intercettazioni telefoniche riguardanti personaggi della sinistra sui giornali non se ne vedono. Incredibile ma vero, in questo marasma di fughe di notizie le uniche intercettazioni leggibili sono quelle che riguardano il premier. Scommetto che è cosa interessante anche per i leader stranieri. Chissà se avranno mai più il coraggio di parlare al telefono con un nostro primo ministro.

Dunque si e scoperto che Berlusconi è indagato di minacce nell'unico procedimento dove il minacciato dichiara di non aver subìto minacce. Che sia la sindrome di Stoccolma?

Non solo, Berlusconi è indagato di concussione nell'unico procedimento dove il guadagno della concussione non esiste. Come dire che la trasmissione di Santoro è viva, vegeta e in onda. Un po'come indagare uno per omicidio dove manchi il morto.

C'è poi una notiziola passata sotto silenzio. Brachino, il giornalista che ha fatto notare a tutti i calzini azzurri del giudice che ha emesso la sentenza Fininvest, è stato sospeso per due mesi dalla professione di giornalista.
Particolare la situazione in cui la procurata visione di due calzini è più grave di accuse continue di essere mafiosi e ladri e dittatori rivolte al Premier regolarmente eletto.

E ancora c'è qualcuno che crede alla casuale orologeria di questa giustizia.


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domenica 14 marzo 2010

Regionali Lazio, illegalità e presentazione delle liste elettorali

L'argomento della settimana è la presentazione delle liste elettorali e la pretesa di difendere la legalità tramite l'esclusione delle liste del PDL a Roma. Ho pensato dunque di leggere la legge elettorale che governa la presentazione delle liste, giusto per capire chi ha ragione tra i due contendenti e ho trovato un passo interessante. Ve lo incollo.


"Il cancelliere non può rifiutarsi di ricevere le liste dei candidati, i relativi allegati e il contrassegno o contrassegni di lista neppure se li ritenga irregolari o se siano presentati tardivamente."

Questo è scritto a pag. 26 della legge nel link che vi allego a fondo pagina, dal sito del Ministero degli Interni.

Quindi di quale difesa della legalità parlano la Bonino, Bersani, Di Pietro e la sinistra tutta?

Il cancelliere doveva accettare le liste anche se in ritardo (ritardo comunque smentito dal PDL).

Sarebbe questa dunque la (il)legalità che il centro sinistra tenta di difendere.

L'esclusione dell'unico loro avversario dalle elezioni regionali sulla base di un atto illegale e cioè il rifiuto di ricevere la lista PDL a Roma sulla base di un cosiddetto ritardo.

Se questa è la legalità e le pari opportunità targate sinistra...preferisco la non legalità destra. Almeno mi permettono di votare liberamente.

Ecco la legge, potete controllare
http://www.interno.it/mininterno/export/sites/default/it/assets/files/18/00177_iso-8859-1_Q_Pubbl._n._3.__-__El._reg.__-__Istr._presentaz._e_ammiss._c_xandid._x2010x_x1-204x.pdf

sabato 13 marzo 2010

La "Legalità" di Bonino, Di Pietro e compagni

Sentire la Bonino parlare di lotta all'illegalità mi fa veramente chiedere se davvero pensano che le persone siano stupide.
I radicali hanno portato in parlamento prostitute e pornostar. Cicciolina forse i più giovani non se lo ricordano, ma questa famosa pornostar dell'epoca, giusto qualche anno fa, finì in Parlamento dopo una campagna elettorale a seno scoperto.

Ma le pornostar non sono tanto male se andiamo a considerare altri personaggi duri e puri eletti nelle file dei Radicali. Loro si che ci tengono alla giustizia. Hai visto mai come lottano per tenere fuori il PDL dalle urne? E'questione di Legge, gridano e scalpitano.

Torniamo dunque agli eletti duri e puri.
Sergio D'Elia. Condannato a 30 anni per banda armata nelle file del terrorismo brigatista. Eletto alla Camera nelle file dei Radicali. Ecco la biografia su Wikipedia, inutile scriverla doppia qui. Siamo su internet dopo tutto.

http://it.wikipedia.org/wiki/Sergio_D'Elia

Ecco però uno stralcio significativo della sua permanenza alla Camera, sempre dal link appena postato.

"Nelle elezioni politiche di aprile 2006 è stato eletto alla Camera dei deputati per la Rosa nel Pugno ed è in seguito stato nominato segretario alla Presidenza della Camera, suscitando accese proteste sia da parte dei familiari dell'agente Fausto Dionisi, sia da parte di alcuni sindacati delle forze di pubblica sicurezza. Inoltre, fa parte della III Commissione - Affari esteri e comunitari (dal 6 giugno 2006) e al Comitato di vigilanza sulle attività di documentazione (dal 29 giugno 2006)".

Quindi abbiamo capito che la giustizia è uguale per tutti, ma segretario alla Presidenza della Camera ci si arriva meglio se si è stati brigatisti e carcerati trentennali.

Qualcuno dirà che è roba passata, la cosa strana però è che non è vero. Nel comitato elettorale di Emma Bonino ci sono anche Mambro e Fioravanti.
Per chi non lo sapesse autori della strage di Bologna e di altre belle cose.

http://archiviostorico.corriere.it/2010/febbraio/27/Mambro_Fioravanti_aiutano_Bonino_co_8_100227019.shtml

I comunisti italiani sembra che abbiano capito il problema:

http://www.sder.it/index.php/2010/03/01/mambro-e-fioravanti-indifendibili-emma-bonino-prenda-le-distanze/

Ma sembra anche che alla fine non gliene importi poi molto, perché comunque pare saranno alla manifestazione del centro-sinistra tutto, oggi.

Quindi vorrei capire.
La Bonino quando parla di legalità di che cosa parla?
Della sua personale legalità o di quella vera? Quando parlava di democrazia da difendere contro la burocrazia del regime, di cosa parlava?

E Di Pietro, sostenitore della candidatura Bonino, queste cose le conosce? Certo che si, la questione è pubblica, mica un segreto.
Dunque di che legalità parlano questi personaggi? La legalità di fare eleggere in parlamento dei condannati per reati come questi, purchè di sinistra?

Ho come l'impressione che la loro legalità non mi piaccia, e ne faccio volentieri a meno.

venerdì 12 marzo 2010

Siamo alla follia, Di Pietro e company alla caccia di Minzolini...democraticamente

Saremmo alla follia se non fossimo invece ad un disegno preciso.

Lasciando stare la solita inchiesta su Berlusconi in campagna elettorale, che sfido chiunque a non definire ad orologeria, la novità è che la campagna ora raggiunge anche chi non si uniforma all’unico pensiero di sinistra. O a quello che evidentemente vorrebbero instaurare. Secondo Il Fatto, Minzolini sarebbe indagato per aver rassicurato il Premier sulla linea dei suoi servizi. Sarebbe una accusa questa?
E quale sarebbe il reato?

Non si sa, ma tale accusa basta per linciare un giornalista che a sinistra cercano di linciare da mesi. Le voci contrarie al coro non sono benvolute a sinistra. Ricorda un po’l'esame di comunismo appena instaurato in Cina per i giornalisti.

Sei d’accordo con la linea del Governo? Devi essere cacciato.
Sei d’accordo con la sinistra? Non devi essere cacciato. Se ci provano diventi un martire della libertà.

Sei Berlusconi e dici che Santoro è pessimo? Indagato.
Sei Di Pietro e dici che Minzolini deve essere cacciato? Manifestazione in piazza in suo favore a difesa della libertà (ma da che?).

La gogna è iniziata anche per Minzolini dunque, siano avvisati tutti i giornalisti di destra.

C’è qualcuno che non si accorge ancora della campagna giudiziario-mediatica e della antidemocrazia della sinistra?

Non so davvero come fa…