venerdì 12 marzo 2010

Bersani, i radicali e i ricorsi

Veramente particolare, il modo di agire di Bersani e dei Radicali.

Prendiamo Bersani. All'inizio del caos liste afferma di avere intenzione di arrivare ad una soluzione politica. Ovviamente non vuole vincere a tavolino.
Dopo qualche giorno dice che non ne vuole sapere di rinvii o interventi del governo per risolvere la situazione, perché bisogna aspettare con tranquillità l'esito dei ricorsi che risolveranno tutto. Una persona ragionante allora si chiede...cosa avrà mai inteso qualche giorno prima con "soluzione politica"?

Dunque, consigliati da Bersani, attendiamo l'esito dei ricorsi e accade che in Lazio al PDL non venga permesso di partecipare alle elezioni. Questo nonostante un intervento legislativo di interpretazione della legge da parte del legislatore. "Interpretazione vera" si dice in giurisprudenza. Il legislatore, cioè chi fa le leggi, spiega la ratio della legge. In questo caso, che le liste son fatte per evitare che chiunque, senza base elettorale, si presenti alle elezioni provocando una scheda elettorale con centinaia di simboli. Il decreto interpretativo spiega che, se i delegati che devono presentare le liste sono nell'edificio, si intende che hanno diritto di terminare la consegna delle liste. Un po'come quando andiamo a votare e chi è già presente ai seggi in coda può votare anche se l'orario di chiusura dei seggi è passato.

Bene, il decreto viene firmato dal Presidente Napolitano, vecchio comunista e probabilmente non molto di destra, come si vorrà convenire. Napolitano rilascia dichiarazioni in cui afferma che non è sostenibile l'assenza del maggiore partito italiano dalle elezioni.
Bontà sua, il concetto è semplice e non si capisce come molti a sinistra facciano fatica a capirlo.

Dunque, il decreto viene ignorato e tutti possiamo rallegrarci della foto del giudice che ha emesso il provvedimento, con la foto di Che Guevara in ufficio.

Ora Bersani che fa? Si potrebbe supporre che proponesse di nuovo una soluzione politica e invece dice no a rinvii, a decreti e a tutto. Quale sarebbe la soluzione politica uno si chiede allora. Semplice, alle elezioni ci va solo la sinistra, cosi si vince. Chiaro come il sole.
Ma non solo. Dopo che il PDL era stato escluso con ricorsi e controricorsi, Bersani ha una nuova trovata geniale. Si parla troppo di ricorsi dice, ora basta. Si fermino tutti i ricorsi, il PDL la smetta. Ah ecco, ora ho capito mi dico. Gli unici che possono fare i ricorsi sono quelli di sinistra. Il PDL non può seguire l'iter giudiziario, si capisce che così si fa solo confusione. Geniale.

Ora passiamo ai Radicali.
Dopo avere passato anni a ripetere ad ogni fiato disponibile che la burocrazia della presentazione delle liste li escludeva dalle elezioni. Dopo aver ripetuto, migliaia di volte, che la burocrazia uccide così il diritto dei cittadini di votare liberamente il partito che desiderano. Dopo avere proposto per anni l'abolizione della raccolta firme che impedisce a partiti con una base elettorale consolidata di partecipare alle elezioni per cavilli burocratici, dopo tutto questo i Radicali fanno ricorso contro la lista PDL in Lombardia per escluderla dalle elezioni. Un ricorso che per legge non potrebbero fare, perché le regole permettono solo il ricorso contro la esclusione delle proprie liste, per evitare una pioggia incorciata di ricorsi che blocchi le elezioni.
Incredibilmente ai radicali viene accettata la presentazione del ricorso contro Formigoni, e qui uno si chiede che razza di giudici abbiano accettato il ricorso, quando non sarebbe stato neanche possibile presentarlo per legge. Ma lasciamo stare.
I radicali si danno da fare anche in Lazio, sembra impedendo ai delegati del PDL di consegnare le liste e facendo confusione per costringerli ad andarsene dalla stanza. Questo secondo il PDL. Si dirà che ci sono opinioni diverse, ma il punto non è questo. Il punto è che i Radicali scendono in piazza insieme a Bersani e Di Pietro, in prima linea per chiedere l'esclusione del PDL dalle elezioni in Lazio a causa di irregolarità burocratiche nelle schede. Presentazione in ritardo.

Allora una persona con memoria decente si chiede...e la burocrazia partitocratica, che impedisce agli elettori di votare liberamente, ponendo ostacoli cavillosi...ecco, questa burocrazia dove è finita?
Ma adesso abbiamo capito. Le leggi per i Radicali, sono sacre, vanno rispettate sempre, tranne quanto impediscono ai Radicali stessi di presentarsi alle elezioni. Allora si tratta di regime. Tranne quando impediscono la libera droga, allora se Pannella e Bonino spacciano in piazza, non ci devono essere conseguenze di condanna penale.
Semplice no? La Legge deve essere uguale per tutti, dicono. Tranne quando si tratta di Pannella, Bonino e company. Allora no.

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